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L’altro giorno ero in posta con mio marito. Era la prima volta che uscivo dopo essere stata 2 mesi completamente barricata in casa ma questa volta mi toccava. E così ho fatto la mia prima esperienza con la mascherina, ho visto le persone indossarla, ho visto i plexiglass e letto i cartelli con su scritto le norme di comportamento. Che cosa strana e soprattutto che strano percepire le emozioni da dietro un velo di carta o di cotone. Gli sguardi ai tempi del Corona virus sono tutt’altra cosa rispetto a prima, l’avevi notato anche tu?
E’ stato difficilissimo intrattenere una relazione sociale. Ti spiego meglio: dove vivo io le dinamiche sono diverse rispetto alle grandi città. Nelle grandi metropoli si è abituati a passare oltre lo sguardo e il semplice saluto perché si è in tanti a volte in troppi, mentre nel paesino dove vivo è normale intrattenere una conversazione e salutarsi. Siamo talmente pochi che quasi quasi ci conosciamo tutti.
Gli sguardi ai tempi del Corona virus: ecco cosa è cambiato secondo me
Prima, quando tutto era normale e tutto andava bene, era facile riconoscere le emozioni nell’altro. Bastava guardare la bocca, le fossette ( per chi c’è le ha ), il movimento del naso e quando il tutto era abbinato allo sguardo allora tombola, di una persona si riusciva a capire tanto. Ora è cambiato tutto.
Quando io e Fabilandia eravamo fidanzati ci bastava un’occhiata per capirci. Erano gli occhi a comandare e a dirigere sia la conversazione che le emozioni legate ad essa e l’altro giorno faticavo a capire se rideva o meno alle mie battute e indentiamoci, ci conosciamo da quasi 11 anni. Non è tanto ma non è neanche poco. Ho dovuto seriamente sforzarmi di capire cosa stesse passando per la testa di mio marito. Oltre a questo bisogna aggiungere che molte persone portano gli occhiali da sole e che bisogna stare distanti un metro gli uni dagli altri. Capirsi diventa sempre più difficile.
Questa cosa mi ha portata a riflettere moltissimo. Gli sguardi al tempo del Corona virus sono tutto e niente. Interpretarli è tutto ciò che ci resta avendo eliminato parte del viso ma non è affatto semplice come sembra e questo mi spaventa. Gli esseri umani sono fatti per relazionarsi con i propri simili e benché sia più che giusto e di vitale importanza che si indossi la mascherina, allo stesso tempo trovo che sia disumano. E non possiamo farci niente…Non possiamo combattere questo disagio perché il nemico invisibile si nasconde ovunque e dobbiamo essere obbedienti per la nostra vita e per il bene dei nostri cari e senza esagerare, anche per il bene dell’umanità dato che si parla di Pandemia.
Dobbiamo abituarci a leggere gli sguardi. E’ l’unica cosa che ci resta da fare per mantenere un filo d’umanità e di normalità. Dobbiamo imparare questa nuova arte, leggere quello che resta del nostro volto e farne tesoro. Che lo vogliamo oppure no è questo ciò che dovremmo fare da qui al prossimo anno.
Vuoi sapere come mi sono sentita in questa situazione? Spaesata, un po’ spaventata e a disagio. Avere quasi tutto il volto coperto è stato strano. Non ho ancora realizzato la violenza con cui le mascherine sono approdate sui nostri volti e nelle nostre vite. E’ un po’ come convivere con un disturbo cronico. E’ arrivato all’improvviso e lo devi accettare per forza.
Credo che questa esperienza ci insegnerà ad essere forti e a quanto l’essere umano sia un essere adattabile e che ancora una volta è in grado di dimostrarlo a se stesso e ai suoi simili.
Con affetto In viaggio con me 🙂