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Libertà. Libertà di parola, di pensiero. La libertà è forse il dono più bello che l’essere umano possa avere. Quante guerre sono state combattute per la libertà? Troppe. Quanti memoriali esistono al mondo? Troppi. Il prezzo per la libertà è sempre stato fin troppo alto mietendo molte vittime nell’arco della storia dell’umanità, anche se di umano in certe atrocità c’è ben poco.
Se ti stai chiedendo come sono finita qui ti accontento subito: io e altri 49 influencer e travel blogger provenienti da tutto il mondo, siamo stati invitati da Experience Romania per promuovere parte del paese e il tour prevedeva una tappa di qualche giorno a Timisoara. Così abbiamo scoperto la sua storia grazie appunto al suo memoriale. Il racconto della rivolta e di tutto quello che accadde ci fu narrato da un signore anziano e dalla sua dolcissima voce. Una persona che ricorda in modo nitido quello che successe. Il suo modo di parlare ci ha trasportato nel passato. In un passato che non abbiamo vissuto ma che non è troppo lontano.
Il memoriale di Timisoara
Timisoara fu protagonista di un’orribile protesta iniziata per la mancata libertà di poter esprimere il proprio pensiero politico di fronte ai mass media. Il pastore Tokés criticò il regime vigente e sai bene che in certi momenti della storia non era possibile essere liberi di dire la propria. E così, chi la pensava come lui lo ha sostenuto e la folla è diventata sempre più grande, sempre più innumerabile…
Contro i manifestati furono gettati lacrimogeni e getti d’acqua e le forze di polizia cominciarono con i primi arresti. Anche se l’esercito provò a ristabilire l’ordine la situazione era drammatica: spari, vittime, risse, macchine in fiamme. Il 17 dicembre lo scenario era apocalittico, degno di un film horror. Perché in fondo la guerra è proprio questo…un orrore. Alle ore 20:00 si stava ancora sparando tra la Piazza della Libertà e l’Opera. I carri armati bloccavano l’accesso alla città che ormai si era trasformata in una vera e propria zona di guerra.
All’interno del memoriale di Timisoara abbiamo notato dei vestiti con la scritta: “libertote”. Molti altri impregnati di sangue ormai secco. Vestiti bucati dagli spari. Bandiere sfregiate. Ritagli di giornale in cui veniva spiegata ogni cosa.
La stanza blu nel memoriale di Timisoara
All’interno del memoriale di Timisoara c’è una zona dedicata ai bambini. Bambini che stavano passando tutto questo e che capivano la situazione. Loro capiscono sempre e capiscono tutto. Gli infanti parlano poco ma si esprimono grazie all’arte del disegno e grazie ad essa si sfogano. Vomitano le loro paure e angosce.
Il momento in cui sono entrata in questa stanza è stato quello più brutto. Sapere che in tutte le guerre, le battaglie e i tumulti ci sono dei bambini che crescono nel terrore piuttosto che nella gioia di vivere. Milioni di infanzie sono state rubate dalla guerra.
Il documentario
Verso la fine della visita ci hanno condotto in una sala per vedere un filmato inerente alla rivoluzione. Il documentario narra tutto quello che successe prima della rivoluzione: cosa la scatenò, chi e le conseguenze del rovescio politico. Alla fine dei conti, vivendo in un’epoca in cui posso dire la mia, credo che tutto questo sia successo perché l’uomo è prepotente e nel tempo si è arrogato il diritto di zittire le idee altrui. La mancanza di libertà e dei diritti ha scatenato milioni di guerre e di morti in tutto il mondo non solo qui.
Anche se oggi la libertà è un diritto di tutti, a quei tempi non era così e poteva portare a conseguenze disastrose. Ed è proprio così che nascono i memoriali. Così è nato il memoriale di Timisoara. E’ il prezzo della libertà.
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